L’editing letterario è parte essenziale del percorso di un libro. Una buona definizione è quella che si legge su alcuni manuali di scrittura creativa e che recita testualmente: "L'editing letterario è un processo di revisione profonda di un testo per migliorarne la qualità e renderlo così pronto per la pubblicazione."
Questa definizione già delinea una caratteristica fondamentale: l’editing non è una semplice correzione di bozze. È per l’appunto una revisione profonda di un testo, molte volte una riscrittura. Riscrivere è un'operazione necessaria. Ripulire e ordinare le frasi, le singole parole è un valore aggiunto a cui non bisogna rinunciare. È bene eliminare il superfluo, gli avverbi inutili o la ridondanza e anche intervenire sullo sviluppo della storia. Torna utile un paragone con la pittura e il disegno. Chi dipinge con i colori a olio sa che è possibile modificare un quadro, alterarne i dettagli fino a renderlo sempre migliore. Del resto la particolarità dei colori a olio è proprio quella di asciugarsi in maniera lenta e consentire così di modificare un dipinto. Ma anche quando i colori sono ormai asciutti, consolidati, è possibile ripassarci sopra. Un artista che modifica un dettaglio o la struttura intera del suo quadro, sta compiendo un’operazione di editing. Ed è lo stesso processo anche per la scrittura. Ricordiamo infatti che disegno e scrittura sono forme di comunicazione e come tali hanno dei legami profondi. Scrivere vuol dire disegnare con la parola.
Il problema dell’editing è semmai quello di non peggiorare le cose. Riscrivere a oltranza porta a disperdere l’intento originale ed è quello che non deve mai avvenire. Anzi, deve avvenire l’esatto contrario. Ovvero deve emergere il più possibile quello che era l'atto creativo iniziale, che non deve essere stravolto o alterato. Così come un’azione di editing svolta da altri non deve mai stravolgere la voce dello scrittore o peggio ancora, riscrivere al posto suo.
Affidarsi quindi a un professionista esterno per la fase di editing è un aspetto decisivo, ma molto delicato. Chi ha compiuto la creazione del testo non riesce a distaccarsi in un tempo breve da ciò che ha scritto. Un occhio esterno può migliorare le cose. Come potrebbe anche peggiorarle ed è il motivo per cui tra chi scrive e chi edita un testo deve esserci un rapporto di fiducia. Una sorta di intesa per cui l’uno riesce a comprendere l’altro. Non è facile, ma nemmeno impossibile.
Inoltre la necessità di editare un testo è un qualcosa che è richiesto da tutti gli editori. Uno scritto deve seguire determinati canoni che lo rendano idoneo alla pubblicazione, dove per pubblicazione si intende la possibilità di diffonderlo e di farlo arrivare a chi dovrà fruirne, ovvero il lettore. La scrittura infatti è un processo che si completa nella sua fase finale, che è quella della lettura. Sembra una considerazione scontata, ma spesso non se ne tiene conto.
In definitiva è necessario affidarsi a un editor esterno, il quale deve consigliare più che imporre. E poi, com'è giusto che sia, è sempre all’autore che spetta l’ultima parola. L’opera, il testo o il romanzo che è stato scritto, appartiene a tutti, soprattutto a chi lo leggerà e questa è una verità innegabile. Ma prima di tutto, prima ancora di essere diffuso, appartiene a una sola persona. Appartiene al suo autore.
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