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Idee buone, idee meno buone

Se qualcuno ha un’idea, un’idea che ritiene possa essere buona non soltanto per se ma anche e soprattutto per gli altri, la cosa che più vorrebbe fare è sicuramente quella di esprimerla. E proverebbe una gioia infinita nel veder correre questa sua idea, nel divulgarla a chiunque.
Poi ovviamente se anche dopo averla divulgata nessuno la condividerà è più che normale riflettere, essere consapevoli che ciò che si pensa non è detto che debba anche essere ciò che è più giusto. Ma è fuor di dubbio che non ci sarà mai il rimpianto di non essere stati presi in considerazione. Magari ci si potrà sentire incompresi, delusi ma non ignorati.

E’ difficile al giorno d’oggi farsi prendere in considerazione. Come del resto era ancor più difficile in passato.

Il più delle volte è un percorso di carriera, in qualunque campo, che ti porta ad avere quell’autorevolezza per poter esprimere ciò che pensi. Qualcuno potrebbe pensare che è proprio il fatto di essersi distinti in un campo a stabilire che le proprie idee sono delle buone idee e meritano di essere ascoltate da tutti. Ma non sempre è così. Lo sarebbe se ai vertici di ogni settore professionale, qualunque esso sia, ci arrivassero davvero i più meritevoli ed i più capaci. Ed invece in un mondo che funziona a dir poco come la Formula 1 questo quasi mai è vero.

Le corse automobilistiche infatti funzionano a volte proprio come la vita. Si parte da una posizione ed in base alla posizione da cui si è partiti si arriverà al traguardo senza troppi sorpassi o colpi di scena. Solo colpi di fortuna imprevedibili potranno far si che anche chi era relegato nelle ultime posizioni riesca a guadagnare terreno ma se tutto procede normalmente, chi è partito per primo arriverà primo e chi è partito per ultimo arriverà per ultimo.
Senza dimenticare che in Formula 1 l’ordine di partenza viene stabilito dai giri a cronometro di qualificazione dove tutti hanno, in teoria, le stesse opportunità. I giri di qualificazione della vita hanno invece opportunità molto diverse tra di loro ed a volte è anche superfluo compierli. Perché è già stabilito all’inizio chi otterrà la pole position ed è già stabilito che le macchine su cui si corre non saranno affatto tutte uguali.

Quindi se non hai ottenuto l’autorevolezza per poter esprimere le tue idee, giuste o sbagliate che siano, sarà molto difficile farsi ascoltare.  A meno che ovviamente non ci si metta la fortuna a darti una mano.

Eppure può essere di grande consolazione un fattore che a volte molti dimenticano.

Ma le idee, se sono davvero buone idee, a chi appartengono? Appartengono a noi che le pensiamo, che le formuliamo oppure esse sono già lì, davanti a noi ed intorno a noi?

Un compositore disse una volta che lui i suoi pezzi non li inventava, non li tirava fuori dal nulla. Quelle melodie erano già  lì, sempre presenti e lui non faceva altro che accorgersene. E per le idee forse è la stessa identica cosa. Se un’idea è una buona idea per quanto pensiamo di essere stati noi a formularla essa probabilmente era già lì, sempre presente.

Ed allora non è necessario essere persone autorevoli che si sono sapute distinguere nel proprio campo per avere l’opportunità di promulgarle.  Le idee, le buone idee, correranno da sole. Voleranno in alto, sempre più in alto fino a quando tutti non se ne accorgeranno.
E la nostra voce non avrà più bisogno di rompere alcun silenzio. La nostra persona non avrà più bisogno di nessuna scalata alle vette del prestigio sociale per poter sperare di essere presi in considerazione.

Un’idea, una buona idea, non ha bisogno di tutto questo per intraprendere il suo cammino.

Può benissimo viaggiare anche da sola.

 

 

 

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