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L'aspetto complessivo delle cose

Se osserviamo una mappa del nostro pianeta che raffigura tutte le linee sulle quali viaggiano le informazioni di internet c'è da rabbrividire. Ciò che appare infatti è una sterminata e fittissima rete di connessioni che avvolge indiscriminatamente l'intero globo terrestre.
Ma quello che colpisce ancor di più, come hanno fatto notare in tanti, è l'estrema rassomiglianza di quest'immensa ragnatela con un grafico che mostra invece le connessioni presenti in un cervello umano. Due schemi incredibilmente simili se osservati nel loro insieme. Quasi come se l'intelligenza dell'uomo tendesse, anche in maniera inconsapevole, a riprodurre se stessa su più vasta scala.
Una freccia evolutiva che appare protesa verso un'organizzazione della materia sempre più acuta, raffinata e per certi versi anche perfetta.

Siamo ancora molto lontani, questo è innegabile, dall'aver compreso appieno o replicato la grandezza della natura. Nessuno ci dice poi che il nostro mondo non sia orientato semplicemente dal caso che potrebbe essere la spiegazione più semplice e per certi versi anche comoda. Anzi, questa è una delle direzioni principali verso cui si muove oggi la scienza abbandonando il rigido determinismo del passato. E se guardiamo nei particolari, questo probabilmente è anche più giusto.

Ma se osserviamo però l'aspetto complessivo di tutto ciò che ci circonda questa freccia evolutiva, nel suo insieme, non sembra affatto casuale ma protesa invece verso una continua replica di se stessa, una replica sempre più sofisticata di quella precedente. E la stessa evoluzione sembra essere guidata da un'armonia, profonda e nascosta, che si manifesta prima di tutto proprio dentro di noi, dentro la nostra consapevolezza di esistere.

Chi può cercare di capire il mondo che lo ospita non può essere infatti soltanto uno scherzo del destino, un evento accidentale.

Leggo allora gli ultimi fatti di cronaca, gli avvenimenti politici ed ascolto i telegiornali. Certo a sentire quello che accade in giro è davvero difficile credere che esista armonia intorno e dentro di noi. E' davvero difficile credere che stiamo andando verso un mondo sempre migliore.

Eppure il pessimismo imperante che la realtà ti impone di avere non può essere l'unica chiave di lettura.

Guardando appunto i particolari, le cose strettamente pratiche e contingenti allora si, è davvero molto duro andare avanti proprio per come siamo fatti noi uomini e per come è fatto il mondo che ci circonda. Che non appare proteso verso nessuno scopo precostituito e con nessuna logica razionale.
Ma se lo sguardo invece si innalza e cerca di osservare dall'alto ogni cosa allora appunto compare una visione diversa, molto più positiva. Compare la visione di una umanità che comunque è protesa verso il futuro, verso il progresso. Una umanità che in parte riesce a replicare se stessa, la sua intelligenza e la sua consapevolezza di esistere generando strutture sempre più complesse ed organizzate di quanto non lo sia la stessa natura che ha generato noi.

Di sicuro il cammino è ancora molto lungo da percorrere. Sia dal punto di vista scientifico che sociale. Specialmente in un mondo che sappiamo bene non riesce ancora a garantire una vita decorosa alla maggioranza dei suoi occupanti. In un mondo dove l'economia e lo sfruttamento delle risorse genera ingiustizie, disuguaglianze. Dove esistono ancora popolazioni i cui bambini muoiono di fame e dove la ricchezza mondiale è nelle mani soltanto di una piccolissima parte dell'intera popolazione.

Ma è proprio l'uomo, il suo percorso che appare proteso verso una sempre maggiore complessità del suo insieme che ha in mano la chiave di tutto. La tecnologia ad esempio. Il buon uso della tecnologia che non è come si crede il declino dell'umanità bensì la sua salvezza. Perchè la tecnologia in fin dei conti è lo strumento principale con cui si applica l'intelligenza di cui disponiamo e se questa intelligenza è davvero matura lo saranno anche i suoi strumenti e le sue applicazioni. In altre parole una società tecnologica potrebbe collassare su se stessa non per la tecnologia ma per il cattivo uso che se ne fa. E questo vale per tutte le scienze e per tutte le applicazioni pratiche del nostro pensiero.

E' questa visione più ampia dunque che riesce ad alleggerirmi ogni giorno il peso della quotidianità. La consapevolezza appunto che il cammino evolutivo della nostra civiltà contiene alti traguardi che sono alla nostra portata. E che l'uomo, nonostante tutto, è comunque proteso verso illimitati orizzonti.

 

 

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